Un progetto per l’ex Stazione di Borca / Visiting Center / Concorso UNESCO Creative Cities Network

Un Cristallo prismatico è rotolato giù dall’Antelao, incastrandosi tra l’ex Stazione frroviaria e la Bagagliera di Borca.
Scala il paesaggio, scala il sasso.

Un progetto per l’ex Stazione di Borca / Visiting Center / Concorso UNESCO Creative Cities Network
di Edoardo Turozzi e Stefano Visintainer.

Introduzione: Stazione, snodo, Dolomiti Contemporanee, rigenerazione, funzioni di riuso, l’arrampicata.

Introduciamo dunque il progetto di Edoardo Turozzi e Stefano Visintainer, realizzato nel 2024, per il Concorso UNESCO Creative Cities Network.
Esso ripensa l’ex Stazione ferroviaria di Borca di Cadore, sulla quale Dolomiti Contemporanee a gisce dal 2024, con una serie di iniziative di rilancio, culturali e artistiche.

Dolomiti Contemporanee (DC) è un programma di rigenerazione del Patrimonio d’architettura in relazione al contesto ambientale e sociale delle Terre Alte, ovvero dei territori di montagna.
DC lavora, da anni, incardinando i progetti di riuso di siti abbandonati o sottoutilizzati (ex Villaggio Eni di Corte di Cadore, ex Scuole elementari di Casso nel Vajont, ex Forte di Monte Ricco a Pieve di Cadore, e così via) ad una struttura sottesa, che potremmo definire di condivisione politica e socializzazione culturale degli intenti, e che è costituita da quasi cinquecento partner, pubblici e privati, ovvero dagli stessi abitatori e primi gestori dei territori, e poi da altri soggetti da noi aggregati, legati a progetto e ricerca che insieme a driver e stakeholder alimentano la reazione all’inerzia che si produce per rilanciare tali strutture, depresse o dismesse, aumentando la massa critica a favore delle imprese di riscatto.
Si tratta di una sorta di impianto di urbanizzazione sociale di Paesaggio e territorio, ovvero di una rete reale e condivisa, prima fondamenta dei progetti sviluppati. 
Il progetto, in generale, è una funzione sociale (collettiva), oltreché una possibilità plastica ideativa dell’ingegno (soggettiva).
DC esiste dal 2011, e dal 2014 ad 2025 ha operato stabilmente a Borca di Cadore, con strategie articolate di rigenerazione dell’ex Villaggio Eni, e costruendo ampie reti interconnesse, che ci collegano al resto del territorio e al Mondo.
La pratica e l’azione di DC sono imperniate sull’Istituto della Residenza Internazionale, che consente ogni anno a centinaia di persone ed enti (architetti, paesaggisti, designer, ricercatori, Università, scienziati, pensatori, esperti del territorio, alpinisti), di vivere all’interno dei siti da rifunzionalizzare, comprendendoli a fondo, ed entrando in relazione reale con il contesto e con le reti locali.
Ciò fa sì che il valore delle progettualità espresse soddisfi una doppia necessità: quella pratica, alla scala locale, contribuendo a risolvere problemi specifici, dei quali si riesce ad avere “conoscenza diretta ed approfondita dall’interno”; quella progettuale e culturale, ad una scala più ampia e generale, potremmo dire: i progetti locali entrano spesso, infatti, entro alle strategie più ampie, guadagnando forza e visibilità (forse qua citerei Biennale Ve Arch. 2019 Arcipelago Italia Cucinella e ’22 Resilient Communities Melis, sempre apertura Pad Italia).

Dal 2024, agiamo sul sito dell’ex Stazione ferroviaria di Borca, che costituisce una cerniera tra la Valle del Boite ed il paese di Borca e l’enclave dell’ex Villaggio Eni, isolato ai piedi della parete sud del Monte Antelao. Una parete franosa, i cui conoidi detritici non di rado scaricano a valle. Le pietre precipitano, in montagna: bisogna saperle ricollocare.

Ci troviamo nelle Dolomiti, Patrimonio UNESCO. Da anni, collaboriamo con la Fondazione Dolomiti Unesco e con altri enti di tutela, a progetti di riqualificazione, capaci però anche di operare secondo criteri di innovazione e trasformatività sostenibile, necessari alle funzioni esistenziali degli abitatori di questi territori.
I Monti Pelmo ed Antelao, troneggiano sulla Valle del Boite, caratterizzando in modo estremamente specifico il contesto urbano di Borca, che è un paese di montagna, posto ad un’altezza di 1.000 m.s.l.d.m.

Il progetto per l’ex Stazione di Borca, prende pochi, chiari elementi dalla natura del Paesaggio, legati all’identità di questa terra, e li utilizza per riconfigurare il sito, connettendolo al proprio contesto.
Questa volta, l’Antelao non è franato verso l’abitato, come nel 2009.
Questa volta, un Gran Cristallo Litico, una breccia della Montagna, un trovante che è un Boulder, è scivolato, attentamente, a valle, venando ad incastrarsi tra l’edificio della Stazione e quello della Bagagliera.


La Stazione è lo snodo, abbiamo detto, la cerniera. La ferrovia non c’è più, al suo posto la ciclabile Lunga Via delle Dolomiti, molto utilizzata. La ciclabile è anche la “passeggiata” dei valligiani: moltissime persone dunque giungono in questo sito, chiuso da decenni.
La Stazione è un luogo dell’incontro, tra abitanti, turisti e cicloturisti.
Ha senso dunque, riaprire ed attrezzare questo innesco con funzioni utili: è necessario farlo.
L’idea è ampiamente condivisa dalle Comunità e dal territorio. Nel 2024, DC ha iniziato a utilizzare il sito dell’ex Stazione in modo sperimentale (qui vorresti parlare del PNR?), con una serie di esposizioni d’arte contemporanea di livello internazionale, ma assai connesse agli elementi territoriali. E con un’idea di Alpinismo Culturale: questo sito va Scalato e Riscalato. Ovvero salito, e rimisurato. Scalare, per noi, è una parola da leggersi in questa doppia accezione, esperienziale e progettuale.
Ecco perché il Bolide Precipite, il Gran Cristallo Incastrato, è una Nuvola Boulder, che, mentre risolve temi progettuali (connessione della Bagagliera con questa camera di espansione sensibile; completamente trasformativo del prospetto del complesso; realizzazione di un nuovo elemento distributivo e di accesso svincolato al primo piano della Stazione), grazie alla sua “scalabilità”, performabile, arrampicatile dentro e fuori, diviene un elemento di contatto con il Paesaggio. Una camera performativa, dal cui interno, attraverso due aperture a Nord e Sud, è possibile inquadrare le due Montagna dominanti, proprio mentre si stringono le prese, afferrando e praticando, in tal modo, uno degli elementi identitari della Montagna stessa, che va scalata, nei due modi per l’appunto.

 

 

Un progetto per l’ex Stazione di Borca / Visiting Center / Concorso UNESCO Creative Cities Network
di Edoardo Turozzi e Stefano Visintainer.

Ci troviamo nelle Dolomiti, Patrimonio UNESCO.
Le Dolomiti non sono un’ininterrotta catena di cime, bensì nove sistemi montuosi separati tra loro
da vallate, fiumi e altri gruppi di montagne. I 142mila ettari che formano le Dolomiti Patrimonio
Mondiale costituiscono una sorta di arcipelago, distribuito su un’area alpina molto più vasta. I nove
Sistemi che compongono il Sito Patrimonio Mondiale, pur caratterizzandosi ciascuno per le proprie
peculiarità, sono fra loro strettamente interconnessi.
Il sistema composto dai Monti Pelmo ed Antelao, troneggiano sulla Valle del Boite, caratterizzando
in modo estremamente specifico il contesto urbano di Borca, che è un paese di montagna, posto
ad un’altezza di 942 m s.l.m.
Nel 1915 lo scoppio della Grande Guerra portò i soldati austriaci a realizzare una ferrovia “da
campo” per il trasporto di munizioni e provviste fra Dobbiaco e il lago di Landro. Finita la guerra, la
linea rimase in completo abbandono fino alla primavera del 1919 quando il genio militare italiano
intervenne a completare l'intera ferrovia fino a Calalzo, completata nel 1920.
La linea, e con essa la fermata di Borca a servizio dell’abitato, venne attivata il 15 giugno del 1921
e rimase in funzione fino al 1964, oggi dismessa e utilizzata saltuariamente dai cittadini di Borca.
Il progetto per l’ex Stazione di Borca, prende pochi, chiari elementi dalla natura del Paesaggio,
legati all’identità di questa terra, e li utilizza per riconfigurare il sito, connettendolo al proprio
contesto.
Agire sul sito dell’ex Stazione ferroviaria di Borca, significa agire su un sito che costituisce una
cerniera tra la Valle del Boite ed il paese di Borca e l’enclave dell’ex Villaggio Eni, isolato ai piedi
della parete sud del Monte Antelao. Una parete franosa, i cui conoidi detritici non di rado scaricano
a valle. Le pietre precipitano, in montagna: bisogna saperle ricollocare.
Questa volta, l’Antelao non è franato verso l’abitato, come nel 2009.
Questa volta, un Gran Cristallo Litico, una breccia della Montagna, un trovante che è un Boulder, è
scivolato, attentamente, a valle, venendo ad incastrarsi tra l’edificio della Stazione e quello della
Bagagliera.


La Stazione è lo snodo, abbiamo detto, la cerniera. La ferrovia non c’è più, al suo posto la Ciclabile
delle Dolomiti molto utilizzata. La ciclabile è anche la “passeggiata” dei valligiani: moltissime
persone dunque giungono in questo sito, chiuso da decenni.
La Stazione è un luogo dell’incontro, tra abitanti, turisti e cicloturisti.
Ha senso dunque, riaprire ed attrezzare questo innesco con funzioni utili: è necessario farlo.
La Stazione è organizzata in tre livelli, ognuno con un grado diverso di permeabilità che ne
garantisce il giusto mix di funzioni:
Piano terra il bar, luogo d’incontro e di ristoro per tutti; il piano primo, più riservato direttamente
accessibile tramite una scala esterna, dedicato ai valligiani, uno spazio polifunzionale dotato di
servizi; il sottotetto è il bivacco, l’accampamento notturno storicamente utilizzato dagli alpinisti, per
rifugio e pernottamento.
L’idea è ampiamente condivisa dalle Comunità e dal territorio. Nel 2024, Dolomiti contemporanee,
un programma di rigenerazione del Patrimonio d’architettura in relazione al contesto ambientale e
sociale delle di montagna ha iniziato a utilizzare il sito dell’ex Stazione in modo sperimentale, con
una serie di esposizioni d’arte contemporanea di livello internazionale, ma assai connesse agli
elementi territoriali.

E con un’idea di Alpinismo Culturale: questo sito va Scalato e Riscalato. Ovvero salito, e
rimisurato. Scalare, per noi, è una parola da leggersi in questa doppia accezione, esperienziale e
progettuale.
Ecco perché il Bolide Precipite, il Gran Cristallo Incastrato, è una Nuvola Boulder, che, mentre
risolve temi progettuali (connessione della Bagagliera con questa camera di espansione sensibile;
completamente trasformativo del prospetto del complesso; realizzazione di un nuovo elemento
distributivo e di accesso svincolato al primo piano della Stazione), grazie alla sua “scalabilità”,
performabile, arrampicabile dentro e fuori, diviene un elemento di contatto con il Paesaggio.
All’interno della roccia si racconta la ricchezza e la complessità del territorio Dolomitico.
Immagini con informazioni riguardante il territorio e la storia culturale e geologica delle Dolomiti
saranno proiettate sulle pareti interne d’arrampicata. Specie animali e vegetali, percorsi
naturalistici, risorgive dei fiumi, pareti rocciose e picchi, agricoltura e edifici rurali, con la loro varie
tipologie e tecniche costruttive.
Una camera performativa, dal cui interno, attraverso due aperture a Nord e Sud, è possibile
inquadrare le due Montagna dominanti, proprio mentre si stringono le prese, afferrando e
praticando, in tal modo, uno degli elementi identitari della Montagna stessa, che va scalata, nei
due modi per l’appunto.

Borca di Cadore, 2024

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