Sguardo di Virginia Dal Magro

Non sono stata in grado di esprimermi a parole una volta arrivata a Borca, tutto era nuovo e mi ha travolto, questo è uno sguardo a lento rilascio, un continuo ricalcolo di dati.
Appena varcato il cancello mi sono sentita persa; le indicazioni non avevano senso perché si basavano su codici che non mi appartenevano. Il villaggio è una matrioska di ambienti, perfettamente incastrati tra loro, si sovrappongono senza sovrastarsi. Dai corridoi infiniti della colonia si intravede il fuori, così perfettamente incorniciato da sembrare più piccolo delle architetture che ospita. È estraniante il continuo paragone tra dentro e fuori: montagne, villaggio, colonia, stanze, corridoi, strade, alberi.
In questa confusione di sguardi e di scale ho trovato rifugio nei luoghi neutri, nelle sospensioni. I dettagli che amalgamano il contrasto facendolo diventare paesaggio.
La preposizione “ex” rende il villaggio libero da qualsiasi etichetta, dice solo cosa è stato ma non cos’è o cosa sarà e così tutto diventa esattamente come quelle piccole sospensioni tra i doppi vetri delle finestre o tra il basamento di una villa e il terreno, l’ultimo pezzo della matrioska è vuoto o pieno?

 

virginia

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Virginia Dal Magro, Febbraio 2022.

 

 

 

 

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