Sguardo di Ludovico Orombelli

Progettoborca è anche questo: un ganglio innescato, che consente agli artisti e agli altri ricercatori in residenza di dar mano al Paesaggio.
Un Campo Base dunque, dal quale avviare le esperienze esplorative in seno territorio, affrontando siti e temi, per avviare su di essi pratiche e processualità.
Molte volte, come anche in questo caso, è Dolomiti Contemporanee a indicare agli artisti i temi e i luoghi, che hanno sempre a che fare con l’identità della montagna e del contesto e con le sue risorse. Risorse che affondano la propria origine nel passato. Anzi: risorse che spesso affondano letteralmente nel passato, rispetto al quale passato occorre far ponte, per ritornarle al presente, e mica per chiosare nostalgicamante sulla storia con le rimembranze a ricamo: e invece, per rivalutarle.
A novembre 2021, Ludovico Orombelli è salito per la prima volta a Borca da Milano, insieme ad Emanuele Caprioli.
La loro attenzione si è soffermata sulla FIOC, Fabbrica Italiana di Occhiali Cibiana. Chiusa da anni, sensazionale.
Gli occhiali stanno nelle Dolomiti. Cibiana sta a tredici chilometri da Corte.

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All’interno dell’ex fabbrica Fioc l’immagine di un volto con occhiali è abbandonata al suolo. Un supporto in carta plastificata riporta il viso di una donna. Capelli sfavillanti e una pelle ricoperta da una spessa patina di trucco danno una forma plastica e statuaria alla figura. L’aspetto classico viene accentuato da un’espressione fredda e statica. La donna indossa un paio di occhiali che occupano la parte centrale della composizione. Cerniere metalliche e cangianti connettono le stanghette dell’oggetto al resto della montatura in acetato di cellulosa. Il feticcio industriale sembra estendere le fattezze pulite del volto.

L’immagine perfetta, abbandonata in mezzo ai residui della fabbrica, vive ora in un rapporto di forte antitesi col suo contesto. La sua estetica ideale, oggettivata e anonima, tra i materiali e le lenti frantumate, fa pensare a contraddizioni e transiti continui. Rifletto sul passaggio dal mobile all’immobile, dal vero al falso, dal rumore al silenzio. Cerco di attenermi al presente, a un attimo che non ha seguito, ma mi ritrovo nel passato proiettato nel possibile.

Ludovico Orombelli, novembre 2021

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