Paulina Herrera Letelier / Passaggi

La mia Residenza in Progettorca: alcuni passaggi

Architettura e tempo. / La ricerca si svolge nel complesso di edifici dell’ex colonia Eni, dove un tempo centinaia di bambini trascorrevano le vacanze. Adesso la funzione originale non esiste più, gli edifici sono rimasti vuoti e sospesi al tempo della colonia. In 10 anni, senza manutenzioni, la pelle degli edifici ha ceduto al freddo, al bosco e all’acqua lasciando entrare la montagna nell’architettura. Senza elettricità, dentro i corridoi e con il bosco davanti alle finestre, le giornate scorrono una dietro l’altra come i fotogrammi di una pellicola.

L’immagine dell’architettura sfrangiata che si fonde con la montagna e quella del tempo sospeso si sovrappongono creando un dialogo di trasparenze, luci e ombre.

Paulina Herrera Letelier

 

Gabbia dell’orso, 2018

Riflessioni sulle ombre, le luci e le diverse prospettive della gabbia e dell’orso in fuga

​Le ombre dei ferri della prigione, proiettate sulla pelle nuda di questo spazio, sulle linee della pelle, formano quella gabbia fatta di ombre, dei lati di un volume, proiettate su un piano. Anche qui trovo un linguaggio comune, trovo una maglia di un tessuto. Tessuto morbido che si muove durante la giornata, che si sfilaccia col tempo e si consuma col buio della notte fino a sparire. L’orso va nella montagna.

Le ombre della struttura della gabbia, proiettate sulle linee delle casseforme dei muri in cemento, formano dei tessuti e delle volumetrie effimere. Queste ombre sono state oggetto di studio durante la residenza, portando alla realizzazione di una serie di lavori in acquerello e serigrafia, alla costruzione di una struttura piramidale e al design e realizzazione di una seduta in legno e linoleum.

In occasione dell’open studio è stata allestita un’installazione con alcuni di questi lavori all’interno della gabbia.

Altre riflessioni

Jaula del oso Misha

Una vez hubo un oso

Una vez hubo unos niños.

La jaula está en tu piel,

Es la parte que queda escondida detrás de la sombra.

Detrás de la sombra está el espacio, gracias a ella se definen los volúmenes, sin lineas

Como un baño de noche profunda.

En la noche la jaula no se ve, no se ve ni siquiera la piel. Tampoco el cemento.

Escapa oso! Entra en la montaña.

 

Capanna media 2018

Capanna media: lo studio

​La capanna media, come le altre capanne della colonia, era uno spazio di incontro per piccoli gruppi di ragazzi. Le capanne ospitavano le attività ricreative che si svolgevano durante i pomeriggi: erano immerse nel bosco e lontane dal resto degli spazi comuni. Erano il punto finale di lunghi corridoi che le collegavano con le altre parti dell’edificio.

La ricerca ha attivato questo spazio utilizzandolo come studio di artista, laboratorio e spazio espositivo.

Capanna media 2020

Oggi, torno a lavorare nello studio della capanna media, continuo a ragionare sulla gabbia, sulla sua materia e sulle ombre che danno corpo al suo volume. Oggi lavoro con l’argilla.

 

Foto: Nicola Noro e Cinzia Gallina

 

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