Mattia Pajè / A.N.T. 2023

- A – n – T post Trevis, Infermeria della Colonia di Corte di Cador, 2023

Nel settembre 2015 ho dormito per tre notti in una piccola stanza nell’area dell’infermeria della colonia. Ho montato una tenda e un chiavistello sulla porta per affrontare meglio la sensazione di timore e solitudine nell’immensa architettura, involucri necessari. Tre notti di sonno polifasico hanno innescato una serie di processi che hanno portato a diversi risultati, più o meno concreti, tra i quali un piccolo film di circa 10 minuti, 24 polaroid dell’interno della stanza, 4 trappole cattura-orme, un piccolo manuale di auto-terraformazione e una collezione di insetti morti. Questo progetto s’intitolava allora, s’intitola ora, - A-n-T.
La tenda in cui ho dormito è rimasta montata nella piccola stanza per questi 8 anni, spostandosi e cedendo in vari punti, perdendo colore e robustezza. Le 24 polaroid hanno trovato indipendentemente altre collocazioni, alcune fuori dalla finestra, alcune in un armadio metallico, alcune nascoste. Nelle trappole cattura-orme sono passati così tanti animali da non poterli più contare con esattezza e la collezione di insetti morti si è semplicemente disgregata.
Nel 2022, una martora di nome Travis è stata svezzata nella stanza, vivendo nella tenda per qualche tempo, dalla sua infanzia alla sua pubertà avanzata, svolgendo tutte le sue funzioni negli interstizi del lavoro.
Nell’agosto 2023 sono tornato a intervenire nella stanza dell’infermeria, eliminando alcune superfici della tenda per lasciarne lo scheletro. Mi interessava l’idea di ridurre il lavoro a un disegno tridimensionale e riportare in tensione la struttura primaria della tenda. L’involucro principale è ora un insieme di linee tese nello spazio, ancorate a pezzi di pompe idrauliche. Le 12 polaroid rimaste nella stanza sono fissate a un supporto rigido diagonale e sembrano una piccola colonna vertebrale, l’organo interno del passaggio nel paesaggio

Foto: Filippo Gobbato

 

 

 

Trevis D’Incà è una martora, Dolomiti Contemporanee sa lavorare sui selvatici.
Questo piccolo mammifero cazzuto è arboricolo: ma non lo sapeva ancora.
Si aggirava spaesato e franto per gli ambienti della Colonia di Corte, nella gran tana di Gellner. Così, come abbiamo fatto altre volte, come con Cristopher, l’abbiamo catturata, svezzata, quindi liberata. Un mese di vita, ospite dello spazio di Mattia, convertito in nursery.

Foto: Archivio Dolomiti Contemporanee

 

 

 

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