Marco Andrighetto/Jungla

Marco Andrighetto ha vissuto in residenza a Borca tra agosto e settembre 2014.
Aggirandosi per giorni all’interno della Colonia e del VIllaggio, ha individuato una serie di àmbiti degradati. Il tempo, gli agenti atmosferici, il bosco, hanno preso la Colonia, ogni giorno vi entrano, la trasformano, la consumano. Il bosco, in particolare, a Borca non è gentile: intrude, selvaggio, sembrerebbe sul punto di divorare le architetture preziose di Gellner, le sta divorando, è una Giungla famelica.
Le superfici interne della Colonia sono segnate, gli intonaci si distaccano e cadono, i colori del disfacimento organico, delle efflorescenze e degli umidi, entrano nei puliti campi di colore gellneriano, creando scorci e quadrati nuovi: davvero la natura e l’architettura sembrano fondersi, in questa rovina contemporanea, che ora vuole risorgere.
L’artista cattura questo metabolismo, la sua estetica trasformativa, e vi entra, con la propria azione, decisa e mimetica.
Gli intonaci scrostati, partoriscono fiori di Giungla: bisogna guardare con attenzione, alle volte, per individuare gli orti a parete, o sottosolaio, e far sbocciare questi fiori, che riorganizzano l’entropia del disfacimento entro a forme grafiche compiute.
Un’infiltrazione d’acqua è penetrata nell’Aula Magna: le piccole pozze, riassorbendosi, han lasciato tracce umide persistenti sullo spettacolare linoleum della sala. Da quelle tracce, sono uscite le spire, già abbozzate, di una grande creatura acquatica, abitante della Giungla di Borca: anaconda.

 

 

Marco Andrighetto

Primo intervento (Fiore Damascato)
Taglierino, spatola su muro scrostato, 32×24 cm, 2014
Colonia, Capanna Bassa

 

 

Jungla
Taglierino, spatole, pinzette su muro scrostato, 250×180 cm, 2014
Colonia, Aula Magna

 

 

Anaconda
Acqua, pais su linoleum corroso, 500×500 cm, 2014
Colonia, Aula Magna

 

Foto: Marco Andrighetto, Giacomo De Donà
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