Cristina Calderoni/Essere ossido

Il nostro sguardo all’interno della Colonia è guidato dalla dimensione del quadrato, una cornice che determina il nostro punto di osservazione: la finestra gellneriana.
Durante il mio periodo di residenza presso l’ex Villaggio Eni ho cercato di spingere questa condizione al massimo della sua forza, lavorando continuamente fra interno ed esterno, instaurando una relazione con il territorio e il ritmo del mio corpo.
Il processo di ricerca nasce vivendo i tetti della Colonia, ciò mi ha permesso di capire le masse e i volumi dell’edificio, contribuendo alla nascita del mio punto di vista.
Sono subito stata attratta dalle superfici del tetto: lamiere di ferro ricoperte di ossido. Questo elemento è il residuo visivo della memoria nelle cose. Coincide con l’identità del luogo. È deposito di agenti atmosferici, nella dimensione temporale.
L’ossido in me si fa presente, abitando strappi di archeologia. La mia azione diventa geografia e riflesso di un mondo nuovo.

Cristina Calderoni

Cristina Calderoni, Essere ossido
dimensioni ambientali, bassorilievo in alluminio, vetro e specchi, 2016

 

Foto: Cristina Calderoni, Nicola Noro
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