Aleksander Veliscek/Enrico Mattei

Aleksander Velišček, Enrico Mattei
Sagoma (30×30 cm), olio su plastica, agosto 2015
Colonia, Aula Magna.

 

Il lavoro di Aleksander Velišček ha preso corpo attraverso un periodo di residenza a Borca, ad agosto 2015.
Il lavoro di Aleksander è parte del Padiglione sloveno.
E il suo sguardo, qui, è già un progetto dell’opera.
L’opera questa che non è un mero (sv.) quadro, ma una rilessione sulla politica, la storia, il costume, il valore di un’impresa e di un uomo grande, sul suo ammazzamento, Lampi sull’eni, e sullo Spazio di Borca, che ne rappresenta il pensiero e la modalità d’azione.
Tutti questi strati si inseguono, si mescolano, nella masse dense del ritratto ipermaterico, che trova posto, collocandovisi, come per incanto, con precisione millimetrica, all’interno di quel che, a ben guardare, pare essere il quadrato-origine del gran serramento dell’Aula Magna che guarda a Sud.
In controluce, la silhouette dell’uomo Mattei, in tal modo non perfettamente visibile, fruibile: non come un quadro al Museo, insomma, questa crosta dagli spessi grumi rappresi, che sollevano e crepano la sagoma plastica.
Nella cornice generativa del serramento più grande e complesso della Colonia, che in qualche modo viene a rappresentare l’intera impresa di Mattei a Corte di Cadore, e la sua forza, si ricolloca la sua immagine.
Essa è uscita un poco alla volta dalla testa di Velišček, il prodotto di un ciclo di nutrimento: in quella settimana d’agosto, mentre, seduto su un divanetto semisfondato del Padigione As alla Colonia, bevendo e suggendo liberamente e scientificamente il chiaro Petrolio in grani di Pier Paolo Pasolini, insieme alle fresche birre, studiandolo attentamente, e portandolo poi, così metabolizzato nel pensiero, ad emergere, poche pennellate alla volta, alla superficie, con la mano.

Foto: Giacomo De Donà, Olivier Menanteau, Archivio DC
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