14-20 aprile ’24 / Torna Anatomia e Dinamica di un Territorio

Alessandro Dini (ADT 2023), variante SS51 d’Alemagna, Cortina d’Ampezzo.

Torna Anatomia e Dinamica di un Territorio (ADT), e siamo oramai alla quinta edizione del progetto, avviato nel 2020 a San Vito di Cadore, poi subito giunto a Borca, ed ora in espansione ulteriore.
Anche quest’anno dunque, gli studenti di fotografia del Bauer di Milano (Fondazione I-CREA), guidati da Giorgio Barrera, saranno in Valle del Boite, e, attraverso i seminari fotografici, proseguiranno ad indagare le trasformazioni portate al territorio da Milano Cortina 2026, l’Olimpiade invernale che si avvicina, che accelara, che è in ritardo, che da taluni è speranzosamente attesa e apprezzata, da altri derisa o additata, e così via.
Come di consueto, ogni studente di ADT individuerà un tema d’approfondimento, che svilupperà nella settimana di Residenza in Valle, alimentando l’archivio fotografico, che è una rete socio-culturale viva e interattiva, ovvero una parte e un mezzo per aumentare la conoscenza del territorio stesso, ovvero per concorrere alla formazione: delle persone, rispetto alle cose.
Quest’anno, la Residenza sarà in paese a Borca.

Le reti territoriali di Dolomiti Contemporanee vengono messe a disposizione, quali strumenti captativi utili.
Progettoborca e il Centro Studi per l’Ambiente Alpino di San Vito di Cadore rimangono le porte d’accesso, canali veicolo, al territorio. E’ soprattutto da qui, da questi due gangli innervati, che si costruiscono le relazioni propedeutiche all’indagine e si condividono le conoscenze necessarie agli approfondimenti.
La collaborazione tra il Centro e DC e Progettoborca e i progetti correlati è ampiamente rodata, funziona benissimo da anni, ed è sempre molto produttiva. Intrecciando gli strumenti e le competenze, essa genera e propone di continuo stimoli innumerevoli di biodiversità culturale. Un esempio; quest’anno il Corso di Cultura in Ecologia (fine agosto) sarà dedicato alle Zone umide (Progetto Interreg DL-BIOTOP Italia-Austria). Lo scorso anno, una decina di studenti Bauer hanno documentato l’azione del Tesaf sulle zone umide, rappresentandole con la fotografia. Da qui, sono uscite esposizioni (a Casso), pubblicazioni, e un complessivo arricchimento della ricerca.
Tra i temi indagati nell’edizione 2024, ci sono i cantieri della SS 51 di Alemagna.
In attesa dell’avvio della varianti di Longarone e Cortina d’Ampezzo, procedono, da alcuni mesi ormai, le varianti di Tai, Valle, San Vito di Cadore: Dolomiti Contemporanee segue queste trasformazioni quotidianamente, attraverso altri programmi di monitorizzarione condotti con la fotografia, che includono altri ricercatori, fotografi, studenti, dottorandi, architetti: Infrastruttura Paesaggio e Traverso il Territorio sono due dei filoni avviati.

Erik Falchetti (ADT 2023), Statale SS51 d’Alemagna, Macchietto.

Tra i temi proposti quest’anno ed accolti da ADT, c’è la geologia, quale lente sulle specificità del territorio e della montagna. La geologia è uno dei temi che informa l’intera stagione 2024 di DC, e che verrà trattato dunque anche dagli artisti, dai designer, dai paesaggisti, e così via.

Lunedì 15 aprile 2024, alle ore 9.30, presso la Sala polivalente de La Scòla di Borca (Borca di Cadore, Via Don Natale Talamini), Emiliamo Oddone, geologo e cofondatore di Dolomiti Project, contributore storico sui temi della geologia per la Fondazione Dolomiti Unesco e per altri enti territoriali, terrà una lezione introduttiva su alcuni aspetti della geologia e del paesaggio dell’area di studio.
Successivamente, Oddone guidarà gli studenti in un’esplorazione territoriale, raggiungendo e illustrando alcuni siti ed affioramenti significativi.
La lezione presso La Scola non è riservata agli studenti del Bauer, ma è aperta a tutti gli interessati.
Chi volesse assistervi può confermare la propria presenza inviando un’email a info@progettoborca.net
Qui in calce, una presentazione dei temi, a cura dello stesso Oddone.

ADT, alcuni link:

ADT2020
ADT2021
ADT2022
ADT2023
ADT Giorgio Barrera
ADT, Mostra al Nuovo Spazio di Casso, 2023
ADT Pubblicazione edizione 2020 con Afol Metropolitana ed Editrice Quinlan


Un approccio geomimetico alla realtà dolomitica
a cura di Emiliano Oddone – Dolomiti Project SRL

Intervento del 15 aprile 2024 presso la Scola:

- il valore geologico delle Dolomiti
- l’eredità geologica nel paesaggio (anatomia del territorio)
- il concetto di Geomimesi
- esempi di lettura del paesaggio geologico
- considerazioni geomimetiche e spunti per l’artista

Profilo geologico interpretato che permette di leggere i perché delle forme superficiali calpestabili e le connessioni fra geosfera e biosfera. L’autore di questo bellissimo profilo è il grande scienziato esploratore Alexander von Humbolt (1769–1859)

Le scienze geologiche sono una scienza relativamente giovane, che indaga il tempo profondo e lo spazio senza confini. Questa scienza si determina attraverso lo studio delle connessioni fra eventi occorsi nei milioni di anni e le correlazioni fra diverse serie di rocce osservate in superficie in tutto il mondo calpestabile o sondate in profondità. In una tensione continua tra osservazione e immaginazione, il geologo si muove dalla scala planetaria a quella regionale, dalla scala di un rilevo o di una valle fino all’affioramento e poi al singolo campione, che osserva con o senza lente, o affina in una sezione sottile attraversabile dalla luce per studiarne al microscopio la composizione mineralogica.

I geologi sono indefessi cacciatori di tracce, usano l’approccio scientifico ma fanno largo uso anche dell’interpretazione per strappare ipotesi dall’immensità, con grandi e piccole approssimazioni. Buona parte dei fondali oceanici non è ancora stata indagata, molte cime di montagne non sono state salite e quelle violate hanno visto poche persone, ancor meno geologi, toccarne le rocce. Vale lo stesso per i deserti e altre parti inospitali del nostro pianeta. I sondaggi più profondi al mondo si sono spinti a perforare solo circa 10 km di crosta terrestre che ricopre sottilmente una pseudosfera con raggio di 6371 km. Sono molti gli ambienti della Terra di fatto ignoti, e quanto si è compreso sulla loro anatomia e dinamica è suffragato da tecniche di indagine non basate su osservazioni dirette.

La montagna è un contesto perfetto per compiere osservazioni geologiche dirette, per via delle rocce che affiorano lungo i versanti e sulle cime. In particolare le Dolomiti sono come un’aula a cielo aperto in cui imparare dalla natura, vista l’incredibile geodiversità e la qualità degli affioramenti che spesso concedono la lettura di molte informazioni preservate e interi paleopaesaggi pietrificati nel paesaggio attuale. Queste caratteristiche, assieme all’accessibilità fisica e concettuale, rendono le Dolomiti uniche al mondo per gli aspetti geologici e paesaggistici, tanto che l’UNESCO nel 2009 ne ha riconosciuto il valore universale inserendole nella Lista del Patrimonio Mondiale (WHL – World Heritage List).

Sono montagne perfette per sperimentare un approccio geomimetico, che consiste nel conoscere il valore geologico di un luogo e comprenderne la correlazione con l’estetica del paesaggio e i relativi significati per il Contemporaneo. Il carattere sublime e disturbante di questi scenari emoziona e crea una relazione generativa con il contesto, creativa a tutti i livelli: tecnico-scientifico, artistico, filosofico, psicologico.

Fra le Dolomiti più che altrove appare evidente, leggibile e interpretabile l’infinita serie di accadimenti e connessioni evolutive che hanno lentamente definito la specifica anatomia di queste montagne. Ma è un’anatomia nient’affatto statica, fatta com’è di trasformazioni sempre in corso e spesso non percepibili alla scala umana. Solo i parossismi ci risvegliano. Le Dolomiti sono dunque profondamente in-quiete.

Questa bellezza naturale, per nulla casuale, verrà svelata con sguardo geologico inquadrando il fragile equilibrio dinamico, mutato per milioni di anni, che rende privilegiato colui che le frequenta.

 

Tavolo intarsiato: gli inserti sono parti del corpo umano misteriosamente e finemente pietrificate da Girolamo Segato (illustre scienziato alchemico bellunese). Questa pietrificazione dell’anatomia umana parcellizzata è simbolica del concetto di Geomimesi

Bibliografia: E. Oddone, 2012 – Geomimetic communication (Geomimesis): the WHS UNESCO “the Dolomites” as source of ispiration. Conference on Geoheritage, protecting and sharing – 7th International Symposium ProGEO, 3rd Regional Meeting, Europe Working Group, Bari – Italy

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