Sguardo di Elisa Bertaglia

Un mese fa circa sono stata per la prima volta a visitare insieme a Dolomiti Contemporanee il Villaggio Eni di Borca di Cadore. Altre volte ho collaborato con DC nei vari siti dei quali si è interessata con opere progettate in dialogo con lo spazio: nel 2011 a Sass Muss, nel 2012 a Taibon, nel 2013 a Casso.

Di Borca e del Villaggio ENI non conoscevo nulla, avevo solo visto qualche bella immagine scattata nelle visite precedenti a cui non avevo preso parte. È subito chiaro che quel posto è sensazionale. Ma da queste immagini non ero riuscita a “capire”, se di comprensione si può parlare, la sua straordinarietà. Siamo arrivati alle 10 circa del mattino e mentre nel resto del mondo vi erano quasi 33 gradi e un sole afoso, sopra la prima serie di curve che portano all’ingresso già si percepiva il fresco, freddo, che ti fa rendere conto di non essere in “città”, ma quasi in uno spazio parallelo. Staccato. Quello che ci è stato detto e raccontato sul Villaggio ENI all’inizio e durante la mostra non mi va di riportarlo adesso: una chiacchierata istruttiva che a chi, come me, non sapeva nulla del Villaggio ha aperto diversi input. L’impatto, la cosa importante, è stato, è, devastante. Ti immergi direttamente in un luogo non-luogo che emana il sudore di tutta la vita che ha ospitato. Non è una fabbrica dismessa o semplicemente un posto che ha cambiato destinazione, abbandonato. È un residuo. Un’enorme orma di un insieme complesso di pensieri e utopie. L’ingresso nella colonia sui primi grandi saloni non consente commenti: rimani irretito da quel posto, le cui strutture sono straordinarie. Nella progettazione, Gellner, non ha lasciato al caso nessun elemento, che fosse esso architettonico, funzionale o decorativo: la forma delle stanze, le finestre quadrate, il sistema di illuminazione, i termosifoni, le seggiole, la pavimentazione,… Addentrandosi nell’interno, questa sensazione di organicità e di armonia diventa assoluta. I bagni, forse, sono una delle cose più straordinarie. L’intelligenza, l’efficacia e la praticità di alcune scelte di design, rendono tutti gli ambienti innovativi adesso, non solo per gli anni in cui sono stati costruiti.

Assodato: la qualità della progettazione architettonica è stupefacente. Ma non è solo per questo, anzi non è proprio per questo, che ho deciso di proporre un progetto per Borca. (Infatti la perfezione e la bellezza di certi ambienti scoraggiano da un certo punto di vista una come me che lavora con le arti visive ad intervenire in un luogo di questo tipo. Il rischio è addirittura scontato: venire risucchiati totalmente, o totalmente ridicolizzati, da un luogo di quella potenza. Come pensare di inserire un disegnetto incorniciato in una parete? Non si pensa; non si fa. Non ha alcun senso. Forse Polke, Beuys, o pochi altri, potrebbero con un disegno su carta inserirsi all’interno degli ambienti non rimanendone vinti…) Il Villaggio ENI ha una forza d’urto molto potente che, dal mio punto di vista, va veicolata e utilizzata come leva. In un lavoro come il mio, che viaggia su sottili linee di senso, su un impatto “a sordina”, su piccole spie, vibrazioni, l’idea di un intervento in Borca deve penetrare nella struttura epidermica del luogo e mimetizzarsi con essa, per riemergere lentamente, con un’azione “sottocutanea”. Per intenderci: operare una piccola falda terremotante, una rottura di coerenza all’interno del tessuto architettonico stesso, un virus che vada ad integrarsi e a compenetrare la struttura. L’opportunità che intravedo per il mio lavoro in Borca, è proprio quella di prendere energie, suggestioni, spunti, immagini, idee, e di realizzare qualcosa che costituisca una rottura con la mia stessa ricerca “usuale” (ricerca fatta per lo più nello studio, davanti ad un pannello ed un foglio di carta, sola) per indagarne nuove possibilità e nuove direzioni. Questa è la chiave di lettura che mi interessa e la direzione che do al mio progetto di intervento in Borca. Qualcosa che senza dubbio metta in crisi la mia ricerca stessa, cercando di superarne alcuni limiti; qualcosa che mi permetta di pormi nuovi problemi da risolvere.

Elisa Bertaglia

 

 

Foto impressioni su Borca - Elisa Bertaglia

 

Tweet about this on TwitterShare on FacebookGoogle+Share on LinkedIn