La Colonia | esterni


Scrive Edoardo Gellner*:

“… L’area di 6,5 ettari sulla quale sorge il complesso della colonia presentava in origine una notevole diversità: zone a vegetazione rigogliosa di alto fusto (abeti, pini, larici) alternate ad altre con vegetazione più magra di pino silvestre, ugualmente bella; zone costituite da depositi di ghiaie anche consistenti.

Nella progettazione del complesso queste preesistenze hanno avuto parte importante, in quanto si è cercato di piazzare gli edifici sulle zolle aride per salvare invece le consistenze di vegetazione di alto fusto. Il numero e la mole dei diversi padiglioni erano infatti tali da destare qualche preoccupazione nei riguardi di un loro inserimento nel paesaggio. A tale scopo la morfologia del luogo, caratterizzata da un terreno mosso e forti dislivelli, con una vegetazione densa alternata a prati e radure, è stata assunta come dato di progetto.

Il verde individuato nei suoi campioni più interessanti, è diventato l’ “arredo” principale degli spazi esterni, su scala diversa e maggiore rispetto alle zone residenziali, in rapporto al maggior volume degli edifici. La più o meno importante densità del verde ha avuto inoltre un decisivo influsso sull’architettura stessa, che nella sua trama si è fatta complessa e ricercata in zone aperte a vegetazione bassa e rada, mentre è diventata scarna e più rigida nelle grandi quinte a ridosso delle isole di bosco fitto e rigoglioso.

In alcuni casi si è resa necessaria un’integrazione della vegetazione, parzialmente realizzata entro il dicembre 1958, mediante la piantumazione di essenze compatibili con la vegetazione esistente, caratterizzata prevalentemente da conifere. Sia la vasta zona di riporto che i terreni manomessi per necessità di cantiere, come pure le zone ghiaiose, sono stati inerbati. Per tale operazione, data la natura arida dello strato superficiale, si è ricorsi al riporto di zolle di cotica erbosa prelevata dalle zone prative dell’opposto versante della vallata …”

“… Le zone di soggiorno all’aperto sono state progettate secondo criteri non dissimili da quelli che hanno guidato la progettazione dei soggiorni interni: si trattava di creare degli spazi esterni sulla misura di una squadra di 40 bambini, e in più un grande piazzale centrale, sul quale tutti i bambini insieme potessero raccogliersi. Il “grande piazzale” di 2100 mq è attrezzato per le manifestazioni all’aperto dell’intera colonia: ha un’ampia gradinata che sale verso monte, mentre a valle è delimitato da un lungo pergolato completato da una fila di panchine. Setti murari forati da finestrelle quadrate cingono la piazza.

I numerosi spazi minori di gioco e soggiorno hanno carattere molo vario: piccole radure nascoste in fitti boschetti, recinti circolari delimitati da tronchi, piazzali aperti al sole contornati da panche, spazi chiusi da setti murari vivacemente colorati e delimitati da bassi bacini d’acqua come nel piazzale del labirinto offrono infinite possibilità di gioco alle singole squadre. Una rete di percorsi pedonali e sentieri collega fra di loro i singoli piazzali e questi con le zone a porticato dei vari padiglioni.

L’uso uniforme dei materiali dà nuovamente unità a tutti questi spazi: pavimentazioni in lastre quadrate di cemento o in lastroni irregolari di porfido; lo stesso tipo di panchine formate da un piano di larice poggiato su zoccoli di cemento; muri in pietra con faccia a vista; setti murari con pilastri prefabbricati in cemento e muratura in blocchi pure di cemento con foratura a quadrati. Setti murari del genere sono stati usati per la recinzione di tutto il complesso; i materiali si alternano e il tracciato della recinzione non è rettilineo, ma segue un particolare andamento su reticolo esagonale in conformità alle caratteristiche altimetriche del terreno e a quelle della vegetazione esistente.

La recinzione generale serve pure a delimitare gli spazi di soggiorno esterno che si trovano a ridosso di essa. Un’attrezzatura speciale è prevista per il gioco e la ginnastica: altalene di vario tipo, giostre, attrezzi combinati di pertiche e sbarre. Un campo di pallacanestro e un altro per il pattinaggio a rotelle completeranno l’attrezzatura sportiva della colonia …”

*Testo tratto da: E. Gellner, Percepire il paesaggio. Living Landscape, 2004, Milano.

Redazione scheda e foto di: Nicola Noro.

A questo link è disponibile una scheda generale sulle principali architetture del Villaggio di Corte di Cadore.

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